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Monday, November 16, 2015

L'ISIS e il petrolio, parte seconda















E cosi sono iniziati i raid americani sui depositi petroliferi controllati dall'Isis. 

A differenza di Al-Quaeda che finanziava le proprie operazioni con donazioni di ricchi fanatici, l'ISIS e' capace di produrre petrolio da se, di vendere le sue risorse e di guadagnarci anche 50 milioni di dollari al mese. Ci sono viavai anche di mille camion al giorno, il cui valore puo' anche arrivare a 10,000 dollari ciascuno. Vengono pompati anche 40,000 barili al giorno poi venduti fra i venti e i quarantacinque dollari ciascuno.

Una bonanza petrolifera per controllare e gestire il califfato.

L'occidente sa dei depositi e delle operazioni perolifere dell'Isis ma il timore e' sempre stato di causare troppe vittime civili nel bombardarli. Parigi ha ovviamente cambiato tutto, ed oggi si inaugura l'operazione Tidal Wave II. La Tidal Wave I era la missione durante la seconda guerra mondiale in cui si ando' a colpire i depositi petroliferi tedeschi in Romania per indeboire i Nazisti. Prima degli attacchi, oggi come settant'anni fa, la popolazione e' stata avvertita con appositi volantini dal cielo.

Ad oggi Novembre 2015, l'Isis controlla buona parte del territorio siriano e iraqeno, con circa 10 milioni di persone sottomesse.  Il modo in cui l'Isis gestisce il cosiddetto Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi e' di dare abbastanza ``autonomia" ai goveri locali tramite governatori regionali, detti walis, che devono seguire le linee generali decise dalla ``shura", una specie di gruppo di consiglieri a livello centrale dell' Isis.

Tre cose sono gestite dall'alto: il petrolio, le strategie per le attivita' sui social media e le operazioni militari. Le cose piu' importanti, per loro sono cioe' il soldi, la propaganda e le azioni di guerra. E i soldi sono il petrolio.

Con il petrolio sono bene organizzati, perche' sanno che tutto dipende di barili che pompano da sottoterra e gestiscono le riserve che hanno con apposite selezioni del personale, stipendi elevati, di anche mille dollari al mese, e dando priorita' a tutti quelli che hanno gia' esperienza nelle operazioni petrolifere in altri parti del mondo non-Isis. Usano Whatapp e derivati per contrattare con possibili neo-assunti e per convincerli a trasferirsi nel califfato.

Fino a poco tempo fa, le operazioni petrolifere dell'Isis erano gestite da Abu Sayyaf, un tunisino. E' stato ucciso nel Maggio 2015. La sua morte ha portato al sequestro di una enormita' di documenti in cui traspare che la produzione e la vendita da ogni pozzo era registrata, e le vendite gestite in modo da ottimizzare i profitti. C'e' pure un sistema di tassazione sui residenti. I ricavati vengono gestiti dalla polizia segreta dell'Isis, l'Amniyat, che punisce crudelmente chi abusa dei fondi.

In totale l'Isis gestisce piu' di 250 pozzi in Siria con circa 1300 addetti, fra ingegneri ed operai. Hanno una rete di piccole raffinerie e pure distribuzione organizzata su gomma.  Non si sa esattamente quanti pozzi gestiscano in Iraq, ma si stima che siano centinaia. 

Si possono dire tante cose sull'Isis, ma una cosa secondo me e' vera: hanno idee e strategie malate, ma chiare.

Dall'inizio hanno capito che il petrolio era importante per loro. Nel 2013 occupavano la parte occidentale del paese, ma l'hanno abbandonata subito dirigendosi verso la parte orientale molto piu' ricca di petrolio, e avendo come obiettivo primario quello di controllarne i giacimenti. Dai pozzi e dalle raffinerie si e' passati ad un controllo piu' radicale del territorio della Siria Orientale. Da li sono arrivati a Mosul, nel nord dell'Iraq conquistata nel 2014. In quella occasione uno dei capi Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, in un discorso chiese a tutti gli interessati di non solo venire o tornare in Medio Oriente a combattere per l'Isis ma che venissero anche ingegneri, dottori e persone altamente specializzate per aiutarli a gestire il petrolio.
   
A chi lo vendono questo petrolio? Non possono esportare sul mercato straniero, ma il petrolio viene venduto alle comunita' sottomesse per fornire loro servizi indispensabili.  La citta' di Mosul per esempio ha 2 milioni di persone e tutto il mercato della benzina ed del diesel e' nelle mani dell'Isis.
La cosa piu' triste e' che pure i ribelli anti-ISIS compano la benzina dall'ISIS. La gente dice di non avere altre alternative. Ospedali, negozi, trattori e pure i macchinari per tirar fuori i feriti dalle macerie dalle bombe dell'ISIS sono alimentati dal petrolio e dal diesel dell'ISIS.

Ovviamente c'e' poi il contrabbando che passano principalmente dalla Turchia. Da qui il petrolio riesce ad arrivare su mercati piu' distanti, piu' legali. A volte quelli dell'ISIS usano le donne come corrieri perche' si pensa che destino meno sospetti nella polizia.

Si vede che quando gli serve, c'e' la parita' dei sessi e alle donne possono essere affidati ruoli importanti, eh?

Chissa' se il mondo invece che a petrolio andasse a sole ee, come sarebbero le nostre vite. 

Qui le immagini del campi petroliferi e delle rotte del petrolio in Siria e in Iraq


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