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Tuesday, October 30, 2012

Se anche in Cina...


Sono tornata a casa, a Los Angeles dopo un mese di incontri, avventure di vario genere, persone, storie, stanchezza, petrolieri infiltrati, mucche, laghi, citta' d'arte e mani da stringere.

Delle tante cose di cui parlare, una che mi colpisce accade in Cina. 

Ci sono stata l'anno scorso a Pechino, e prima ancora a Shangai. Il cielo di Novembre un anno fa era pesante, grigio anche quando si intravedeva un pallido sole, e l'aria si sentiva che era sporca. Ricordo un grande senso di affollamento, di martellamento mediatico, nel metro', per strada e in generale si vedevano proprio le due faccie della nazione: la voglia di progresso, di parlare e confrontarsi con gli occidentali, ma anche un disordine urbano, sociale, senza ordine. Al paragone le citta' americane sembrano bastioni di eleganza e di grazia.

Ricordo anche che quando feci il mio talk sul petrolio d'Abruzzo e d'Italia all'Universita' di Pechino, proprio un anno fa, gli studenti mi dissero che cose del genere non sarebbero mai potute succedere li: il governo centrale e' troppo forte, arrivano, decidono, e chi si e' visto si e' visto, incuranti del popolo e che per questo la gente neanche si scomoda a porseli certi problemi.

E invece... invece la protesta popolare riesce a smuovere le montagne anche in Cina.

E' notizia di queste ore infatti che nella citta' di Ningbo, non distante da Shangai, la popolazione e' insorta compatta contro l'espansione di una fabbrica petrolchimica che produce paraxylene - PX - che e' usato nella produzione di plastica e poliestere.

La ditta proponente e' la Sinopec, la grande e potente ditta di stato del petrolio in Cina. Si parlava di 8 miliardi di dollari di investimenti.

I cittadini si sono organizzati con i microblog, e tutto cio' che internet e gli smart phone hanno da offrire e - censura o non censura - sono scesi in piazza per vari giorni, protestando contro l'ampliamento. Erano 5,000 e protestavano perche' per questo ampliamento nessuno li aveva consultati. Ovviamenti sono preoccupati per l'inquinamento e per la loro salute.

A volte ci sono stati anche episodi di violenza.  Questa e' ovviamente sempre da condannare, ma la persistenza dei cinesi, ha portato al risultato: il governo centrale ha deciso di bloccare l'ampliamento della ditta petrolchimica. Non si sa come andra' a finire, ma gia' l'annuncio e' un passo in avanti.
La prima protesta per l'ambiente fu a Xiamen, e duro' per mesi. Adesso invece e' durata solo per pochi giorni: probabilmente perche' c'e' il congresso del partito comunista fra qualche giorno, inizia l'8 novembre,  e nessuno voleva intoppi di immagine dall'alto.

Ma sono sicura che senza di 5,000 niente di tutto questo sarebbe successo.

E la cosa interessante e' che le proteste persistono anche dopo l'annuncio dal governo centrale che l'impianto del petrolchimico non si fara'. Si vuole infatti mettere il governo alle strette e che no sia no e che non invece diventi si, appena le acque siano calme.


E non e' neanche la prima volta: impianti simili per la produzione di PX sono stati fermati a Xiamen e a Dalian, e hanno fermato anche una conduttura di acque di scarto da una ditta di carta attraverso la cittadina di Qidong, per paura che ci potessero essere rotture o scoppi in una zona soggetta ad uragani.
A Shifang hanno invece fermato la costriuzione di un impianto per il trattamento del rame e di molibenio per timori di aumento dei tumori.

Per quel che so io dei cinesi, sono un popolo pragmatico, che specie adesso, e' molto proiettato verso il buisness, il successo, la "modernita'". Sono sempre i piu' affamati - di imparare a scuola, di crescere nei loro buisness e badano poco al sottile.

E allora se anche dalla Cina capiscono che l'ambiente va protetto, e non per sport o perche' va di moda, ma perche' l'ambiente sei tu, e allora forse non e' troppo tardi.







1 comment:

Anonymous said...

Anche oggi se ne parla quì:
http://thepeninsulaqatar.com/asia/212659-china-detains-51-after-chemical-plant-protests.html

Purtroppo una 50 di dimostranti arrestati sarà processata e in Cina non scherzano.
Leggendo gli articoli del NYT la maggioranza sono studenti.
Tutto torna;la macchina si è messa in moto e nulla potrà fermarla.
Nel senso che nessun regime è mai riuscito a fermare le proteste studentesche.
Quando partono naturalmente.
AdrianoB